27 gennaio “Giornata della memoria” – “Se questo è un uomo” e “A che serve un poeta” – iniziative del Circolo Arci Mori
- Venerdì 24 gennaio 2014 – alle ore 20.30
Il Comune di Mori, Assessorato alla Cultura e le associazioni culturali: Arci Mori, Acli Mori, Agesci Mori I°, Banda Sociale Mori-Brentonico, Centro Diurno di Mori “Casa Dal Rì” – APPM onlus, Circolo cittadino pensionati, Compagnia “Gustavo Modena”, Coro Euphonia, Istituto Comprensivo di Mori, Movimento innovativo per la vita, Scuola Musicale dei Quattro Vicariati “Operaprima”, Società Alpinisti Tridentini SAT – Sezione Mori
invitano venerdì 24 gennaio alle ore 20.30 presso il Teatro Sociale Gustavo Modena di Mori
alla conferenza spettacolo:
“SE QUESTO E’ UN UOMO. Per non dimenticare lo sterminio e le persecuzioni nazifasciste”
Con la partecipazione dell’ing. Giovanni Tomazzoni
Regia di Lanfranco Barozzi
ingresso gratuito
- Sabato 25 gennaio ore 20.45
“A CHE SERVE UN POETA. La storia vera di Danièl Varujan, armeno. Nato il 20 aprile 1884, ucciso il 26 agosto 1915″
Uno spettacolo di teatro e musica interpretato da Sabrina Simonetto con i musicisti Pino Angeli (chitarra), Daniel Demirci (violino), Federico Magris (violoncello), Fabio Rossato (fisarmonica).
Uno spettacolo che si presta ad aprire nuove sensibilità e scenari, trattando della deportazione del popolo armeno nel 1915, il Medz Yeghern, il Grande Crimine, considerato una sorta di terribile anticipazione e “prova generale” della Shoah degli anni successivi.
Come si può notare il titolo “A che serve un poeta” non ha punto di domanda, perché lo spettacolo non vuole rispondere a una questione di identità rispetto a chi fa poesia e letteratura, ma è la storia vera dell’esemplare esperienza vissuta da Danièl Varujan, poeta barbaramente assassinato nel corso della ancora poco nota deportazione del 1915. Le sue poesie, ritrovate dopo lunghe e appassionate ricerche tra i beni sequestrati agli armeni, per la loro bellezza e per la forza espressiva con la quale racconta il suo popolo, sono diventate memoria e simbolo per le genti armene sparpagliate nel mondo.
“Perché, puoi tentare di eliminare un intero popolo, ma basta che resti qualcuno, qualcosa, una parola bene-detta, che da questa può ricrescere tutto, ” come recita la narratrice nel corso della pièce.
“A che serve un poeta”, spettacolo scritto e diretto da Paolo Domenico Malvinni è una narrazione con poesia e musica intessuta con versi dalle splendide poesie simboliste di Danièl Varujan e con i racconti popolari arguti e fantasiosi che lo stesso Varujan si era ripromesso di raccogliere prima di essere trucidato. Si tratta di storielle brevi, argute barzellette, condite di ironia, capaci di rompere la durezza della vita con la potenza di un sorriso.
Le musiche eseguite in scena sono tutte di compositori armeni:
“Gru” e il “Quartetto su temi armeni” di Padre Komitas “Danza del villaggio”, Danza dei pescatori”, “Alay Bar” e “Madnus Agi Mavi”, popolari, con arrangiamenti del maestro Pino Angeli “Danza delle spade” di Aram Khachaturian “Broken arm” del jazzista Arto Tunçboyaciyan, con arrangiamento del maestro Pino Angeli.
Improvvisazione su temi armeni di Fabio Rossato Fa eccezione il breve stacco del noto “Istanbul not Costantinopoli” di J. Kennedy e N. Simon, arrangiato dal maestro Fabio Rossato
Voce in armeno, Alfred Hemmat SirakyLo spettacolo è co-prodotto dalla sezione di Riva del Garda del Conservatorio Bonporti.
Per la particolarità dei temi trattati ha ottenuto il patrocinio del Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani.

